Leadership: cosa cambiare e come

 

 

Abbiamo spiegato qui quali sono i motivi che ci spingono a dover rifondare il nostro modo di pensare ed agire quando parliamo di leadership e crescita sostenibile.

Vediamo adesso cosa dobbiamo fare per entrare davvero in questa nuova era di cambiamenti e sfide, così decisive e così determinanti per il futuro e il buon funzionamento di qualsiasi organizzazione.

 

Il quadro generale

Lo scenario globale attuale ha messo in chiaro un aspetto: la necessità di un nuovo stile di leadership. Per decenni, qualsiasi fosse il tipo di organizzazione, il leader era ritenuto tale se sapeva concentrarsi sulla massimizzazione dei guadagni, sui risultati, se promuoveva una competizione feroce esercitando autorità e controllo. Queste caratteristiche oggi hanno la necessità di evolvere. Vediamo come.

 

Oltre il profitto, l’impatto

Il profitto è necessario per qualsiasi organizzazione. Se non si è in grado di generare un ritorno positivo per gli investitori, nessuna azienda sarà in grado di raccogliere capitali. Oggi però questo non basta. Bisogna andare oltre: bisogna cercare di massimizzare il valore e l’impatto per tutti gli attori in gioco. Per il leader questo significa abbandonare una cultura di preservazione (“faccio questo perché ho la sicurezza di ottenere questo…” ) per immaginare e perseguire una visione complessiva più coraggiosa e visionaria. Non bisogna mai aver paura di essere audaci.

 

Oltre i risultati, la completezza

Vi siete mai chiesti quale versione di voi stessi portate sul luogo di lavoro? La risposta è importante perché la maggior parte delle persone si conforma a un’idea ben precisa, già confezionata: “sono ciò che faccio”. Il leader di questa nuova era di cambiamenti deve invece essere in grado di evolversi. Come? Andando oltre la propria identità professionale e presentandosi, semplicemente, come essere umano. Con i nostri punti di forza ma anche le nostre debolezze, in maniera autentica e completa. L’obiettivo è superare le relazioni di facciata, condividendo obiettivi ma anche desideri. In questo modo creeremo un ambiente dove tutto il potenziale umano è libero di circolare. I risultati vi sorprenderanno…

 

Oltre l’autorità, la collaborazione

Il vecchio leader era visto come un direttore d’orchestra: attraverso una struttura fortemente gerarchizzata, esercitava la sua autorità. Ma adesso? Più che sul comando, le nuove forme di leadership devono puntare sulla collaborazione: il leader deve saper “catalizzare”, promuovere la collaborazione delle diverse reti o team aziendali, sviluppando una mentalità più vicina alla partnership. In sintesi, deve superare il vecchio approccio verticale, calato dall’alto verso il basso, per promuoverne uno basato su rapporti orizzontali.

 

Oltre il controllo, la sperimentazione

Il modo di lavorare sta cambiando sotto i nostri occhi: il nuova paradigma chiede al leader di non essere più un semplice “controllore”, qualcuno che amministra il presente fondando la sua azione quotidiana sulla certezza del risultato. Quello che ci aspetta è un’evoluzione che trasformi il leader in un “allenatore” animato dalla sete di scoperta, capace di promuovere una continua sperimentazione e un continuo apprendimento.

Le organizzazioni che coltivano quotidianamente questo paradigma avranno sempre una marcia in più rispetto alle aziende che cercano in tutto e per tutto il “piano perfetto”.

 

Oltre la competizione, la co-creazione

La competizione è importante perché stimola tutti i membri del team a dare il meglio. Ma non possiamo basarci solo sulla creazione di valore per perseguire il benessere di un’organizzazione. Lo abbiamo detto: creare valore per gli attori in gioco è fondamentale per attirare nuovi capitali e ottenere una quota sempre maggiore del valore di mercato esistente. Il nuovo obiettivo del leader però deve essere quello di ridefinire regolarmente le priorità dell’organizzazione: servirà non soltanto a eseguire le attività quotidiane, ma soprattutto creerà le attività di domani, mettendo circolo un sistema di co-creazione.

 

Le conclusioni

Trasformare un’organizzazione in una realtà florida, capace di perseguire una crescita sostenibile e inclusiva richiede un approccio globale, con il coinvolgimento attivo di ogni livello. Parliamo di coinvolgimento perché la chiave di questo cambiamento è che deve avvenire volontariamente. Nessun cambiamento, soprattutto uno di questa portata, può avvenire in maniera forzata. Qualsiasi trasformazione deve essere “accompagnata”. Come? LO scopriamo la prossima settimana.

 

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