Università e aziende, che spreco: c’è ancora poca collaborazione

 

Riportiamo l’interessante intervista al co-founder di K-Rev Paolo Sinigaglia, pubblicata su La Provincia di Como. Si parla di ricerca e innovazione all’interno delle aziende.

 

Paolo Sinigaglia, ingegnere informatico, fondatore della K-Rev srl basata a Lomazzo a ComoNext, è anche il responsabile innovazione e ricerca della sua società e commenta la notizia dei grandi investimenti privati in Svizzera valutando la situazione italiana migliorabile.

«La nostra società, formata da sei soci, nasce nel 2017, siamo appena usciti da cinque anni di start up. A ComoNext ci siamo arrivati nel 2015 come progetto e poi nel 2017 abbiamo fondato la srl. In azienda mi occupo proprio di innovazione, un argomento complicato – dice Sinigaglia – ma posso dire che in generale, in Italia, innovazione e ricerca potrebbero essere più sostenute. Noi abbiamo la fortuna di essere in una regione che ci crede e ha punti di forza come ComoNext, ma a livello nazionale si potrebbe fare di più. Abbiamo presente tutti i bandi per l’innovazione, ma non è semplice partecipare a quelli italiani perché per farlo le aziende piccole devono essere più strutturate e per quelli europei spesso servono addirittura alleanze. Certo – aggiunge Sinigaglia – il PNRR sta dando una mano, ma soprattutto alle aziende più grandi della nostra».

Secondo l’ingegnere va però riconosciuto all’Italia che «il lavoro che si fa sulle start up innovative è molto buono perché ne ha favorito la nascita e i finanziamenti, punto debole del sistema italiano. Non ho dati aggiornatissimi, ma da quelli che conosco i fondi dedicati in Italia a innovazioni, o che sostengono le aziende nella fase di start up, sono molto meno in Italia che non nel Regno Unito, in Germania e in Francia; sarebbe invece importante che l’Italia li aumentasse, anche se c’è Invitalia (agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia per nuove imprese e start up innovative, nda) che è un’iniziativa molto interessante che abbiamo seguito anche noi». L’azienda K-Rev opera soprattutto in Italia, anche se sta cercando di entrare nel mercato svizzero «ma – aggiunge l’imprenditore – siamo proprio agli inizi della ricerca di contatti»; Sinigaglia auspica che in Italia ci sia un maggiore raccordo, in termini di ricerca e innovazione, tra pubblico e privato: «i privati in Italia fanno più ricerca di processo e prodotto, mentre il pubblico è fondamentale per la ricerca di base e di tutto ciò che non è immediatamente spendibile sul mercato – precisa – Quello che in Italia manca è il collegamento tra imprese e centri di ricerca universitari o altri enti per fare il trasferimento tecnologico che poi si usa sul mercato. Ecco, questo è il punto critico dell’Italia.

All’estero esistono strutture grosse che se ne occupano, in Italia sono stiamo facendo, ma più lentamente». La lentezza trova ragione in «due motivi: perché le aziende hanno ritrosia a collaborare con enti di ricerca non volendo condividere il loro know-how – conclude – e poi perché le università devono imparare a collaborare con le aziende, spesso invece non sono strutturate per farlo. Tuttavia si stanno facendo passi in avanti. Per fortuna ci sono centri come ComoNext che si impegna a sostenere progetti di innovazione sul territorio». La K-Rev si occupa di valutazione del personale e costruzione di sistemi ad hoc per effettuarla e valorizzare le risorse umane.

L’articolo “Università e aziende, che spreco: c’è ancora poca collaborazione” è stato pubblicato su “La Provincia di Como” il 5 gennaio  2022.

articolo paolo

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