Ogni grande cambiamento comporta grandi scelte. Stiamo attraversando un periodo di sfide: ambientali, economiche, sociali, culturali, tecnologiche che stanno reinventando il nostro modo di vivere e di lavorare. E’ naturale chiedersi: come devono sapersi muovere i nuovi leader in questo scenario? La domanda è determinante, ma ne sottintende un’altra ancora più importante: che aspetto ha un’organizzazione con una crescita sostenibile in tempi così instabili? Proviamo a spiegarlo.
Fine di un’era
E’ ora di mettere in soffitta il vecchio paradigma che per decenni ha plasmato le organizzazioni di tutto il mondo. Piccole o grandi che siano, le aziende erano (e sono) progettate e gestite per un ambiente industriale. Ciò significa principalmente 2 cose:
- Massimizzare i profitti
- Preservare la stabilità
Mantenere lo status quo ha una dirompente conseguenza negativa: impedisce di avere uno sguardo più ampio sulle nostre azioni.
E’ sotto gli occhi di tutti come questa impostazione non sia adatta alle sfide che la realtà globale ci mette di fronte ogni giorno. Soprattutto, è un’idea che non si adatta alla miriade di nuove richieste e bisogni che l’organizzazione deve saper prendere in considerazione.
Dall’individuo alla rete
Stiamo passando da un’era in cui le organizzazioni erano guidate da “singoli” leader, a un’era in cui a guidare il cambiamento è un vero e proprio team. Si tratta di un cambiamento epocale che richiede una grande apertura mentale.
E’ chiaro come ci sia ancora bisogno di leader che rispondano dei loro ruoli individuali, ma questo da solo non basta per soddisfare le esigenze, sempre più complesse e sfaccettate, delle organizzazioni di oggi. Per questo il nuovo paradigma è quello di un team di leadership: i singoli, messi in rete e in grado di lavorare in un gruppo affiatato, saranno in grado di generare prestazioni migliori rispetto al singolo individuo. Creare un clima propositivo, collaborativo e aperto, ripagherà gli sforzi e svilupperà una crescita sostenibile.
Il passato
Se chiedete a qualsiasi leader di “vecchio” stampo cosa ci si aspettasse da lui all’interno dell’organizzazione, questi vi risponderà più o meno con questi punti:
- Focus sul profitto
- Risultati a qualsiasi costo
- Autorità
- Controllo
- Competizione feroce
Le “nuove” organizzazioni però devono saper andare oltre: questo non significa necessariamente abbandonare queste competenze, ma farle evolvere, per abbracciare un’evoluzione tanto ambiziosa quanto necessaria per guidare le organizzazioni in questa “nuova” era di sfide. Vediamo come.
Il nuovo
Lo abbiamo detto: ogni grande cambiamento richiede un grande cambio di mentalità. Questo nuovo approccio è a un punto di svolta perché sono sempre di più le aziende che stanno comprendendo come cavalcare l’onda del cambiamento sia sì sfidante ma remunerativo.
Il primo passo da compiere è capire da dove siamo partiti: qual è la storia della nostra organizzazione, come siamo arrivati fino a questo momento, quali sono state le scelte che ci hanno portato al qui e adesso.
Il secondo passo da compiere non è dimenticare il passato, ma ripartire da esso in un nuova prospettiva. Ripartiamo dai punti che caratterizzavano la “vecchia” leadership ed evolviamoli:
- Focus sul profitto -> Focus sull’impatto
- Risultati a qualsiasi costo -> Sguardo sulla completezza
- Autorità -> Collaborazione
- Controllo -> Sperimentazione
- Competizione feroce -> Co-creazione
Se saremo in grado di abbracciare questi nuovi paradigmi trasporteremo la leadership e l’azienda verso una crescita sostenibile. Creando un approccio organizzativo e adattabile, in grado di liberare le energie propositive di ogni membro del team e creando valore per l’organizzazione e tutti i clienti.
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