Ti sarà capitato di dover riprendere un collaboratore per l’ennesima volta. Ma adesso la situazione è diversa: ha davvero esagerato. Cosa fare? Di solito viene usata la reprimenda. Come funziona? Quando puoi usarla? Quali sono gli errori da evitare?
Per rispondere a queste e altre domande, continua a leggere.
Cos’è la reprimenda: molto più di un feedback negativo
La reprimenda, o “chiamata a rapporto”, è molto diversa da un ordinario feedback negativo.
Viene utilizzata spesso di fronte a violazioni particolarmente significative o plateali. Ma anche di fronte a reiterati comportamenti negativi per i quali i feedback dati in precedenza non hanno avuto effetto.
Insomma, è l’ultima spiaggia del NO e del FEEDBACK NEGATIVO.
Come funziona la reprimenda?
La chiamata a rapporto ha comunque come obiettivo lo sviluppo del collaboratore: NON è un giudizio, NON è un processo, NON è una punizione. È un’azione importante, tra le più importanti dell’agire manageriale, ed è anche emotivamente molto impegnativa.
Per questo è importante prepararsi a mantenere una posizione decisa ma benevola, cercando di stare ben lontani dalla collera, senza giudicare.
Comportamenti da evitare nella reprimenda
Ecco un piccolo decalogo di sei comportamenti DA EVITARE nella reprimenda:
- Prima di tutto è necessario calmarsi e controllare la quasi inevitabile collera, lasciando scendere il tasso di cortisolo che nel sangue è inevitabilmente aumentato e che limiterebbe le possibilità di un pensiero razionale.
- Mai fare un colloquio di reprimenda oltre le 24 ore: il ritardo sarebbe prova concreta di irrilevanza o incuria da parte del leader oltre che aumentare le probabilità di ricordi affievoliti o lacunosi da parte di entrambi gli interlocutori, provocando una minore “presa” emotiva e quindi una diminuzione sostanziale dell’efficacia dell’azione manageriale.
- Se poi, a causa del troppo tempo intercorso, non fosse più opportuno effettuare la reprimenda, bisogna ricordarsi che evitare di chiamare a rapporto quando invece sarebbe dovuto distrugge qualunque credibilità nei confronti di tutti i collaboratori, non solo del destinatario del feedback.
- MAI riportare chiacchiere, dicerie o “sentito dire”: basarsi SEMPRE e SOLO su fatti accertati, meglio se di persona.
- Non effettuare MAI questo tipo di colloqui davanti ad altri, cercando si scegliere luoghi riservati e adatti allo scopo, lontano da occhi e orecchie indiscrete.
- Ricordati che è controproducente dilungarsi sulle motivazioni ma è indispensabile avere una ragione ferma, inattaccabile e inconfutabile.
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