Nel 2021 diminuisce la capacità delle aziende di individuare e trattenere i talenti, ovvero la talent retention. Ma l’anno dello smart working e di nuove sfide per le aziende vede calare anche il senso di appartenenza e l’engagement dei collaboratori. A dirlo è la ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano.
HR Innovation Practice: i dati in calo
Secondo questa ricerca il senso di motivazione, coinvolgimento e appartenenza è calato drasticamente nel 2021: un quarto delle persone ha infatti meno senso di appartenenza all’azienda. Si sente ingaggiato il 64% delle persone (-16% rispetto al 2020) e solo il 20% è fortemente ingaggiato (-23% rispetto al 2020).
Nonostante l’esplosione del lavoro da remoto abbia portato anche a una maggiore varietà e quantità di candidati, le organizzazioni hanno avuto difficoltà ad individuare talenti: sia dai territori vicini alla sede aziendale (37%) sia da aree più lontane (39%). Ma la difficoltà è anche quella di trattenere le persone (37%). Tutti questi dati sono in diminuzione rispetto al 2020. Cosa vuol dire?
Talenti in fuga: cala l’appartenenza
Nonostante le persone abbiano valutato positivamente l’attenzione dei manager per migliorare la qualità del lavoro, uno su quattro ha avuto un calo nel senso di appartenenza all’azienda. Questo perché è aumentata la distanza dal resto dell’azienda e dagli altri gruppi di lavoro.
Le azioni positive intraprese dalle organizzazioni sembrano quindi non essere bastate, fino ad ora, per contrastare gli effetti negativi della pandemia. Come spiega il rapporto dell’Osservatorio HR Innovation Practice ad essere colpito maggiormente è il “vigore” ovvero la “condizione psicologica legata all’energia e al desiderio di lavorare”. Una condizione che è diretta conseguenza della pandemia, delle restrizioni e del malessere generalizzato che si è creato.
Connected People Care, ovvero i dati al servizio delle persone
In questo senso le aziende possono aiutare le persone a ritrovare l’entusiasmo e dei momenti di socializzazione e umanizzazione nel lavoro quotidiano, costruendo così un nuovo senso di appartenenza all’organizzazione. Si tratta di mettere in atto una vera e propria strategia Connected People Care, ovvero utilizzare i dati raccolti attraverso le tecnologie digitali per accogliere le esigenze di ogni persona, aumentandone l’autonomia e il coinvolgimento nei processi aziendali.
Rinforzare quindi la partecipazione a degli obiettivi e a dei progetti condivisi, a valori e fiducia nel futuro. Questi sentimenti portano i collaboratori a impegnarsi e ad essere creativi e predisposti al cambiamento. La diminuzione del senso di identità professionale al contrario potrebbe avere effetti negativi sulla capacità dei lavoratori di mettersi in gioco nell’organizzazione.
(Fonte: Osservatorio HR Innovation Practice)
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