Climate Quitting, la nuova frontiera del lavoro

 

Per aziende e lavoratori la componente ambientale è sempre più determinante. Ecco perché.

Il nuovo che avanza

Nel mondo delle HR si sta affacciando un nuovo paradigma. Dopo il fenomeno del Quite Quitting (di cui abbiamo parlato qui), aziende, professionisti delle risorse umane e lavoratori devono annotarsi questo termine: Climate Quitting.

Il Green Quitting (spesso usato in alternativa al termine Climate Quitting) è un fenomeno che trova terreno fertile dalle azioni di sensibilizzazione dei movimenti ambientalisti e che si sta facendo sempre più strada, soprattutto tra gli under 40, come naturale conseguenza degli effetti della pandemia e dei cambiamenti climatici in corso.

 

Criteri performanti

Anche se si tratta di un fenomeno nuovo, il Green Quitting è di estrema importanza per aziende, lavoratori ed esperti di risorse Umane. Prima di spiegare perché dobbiamo spiegare cosa sono i criteri ESG.

Con l’acronimo ESG si identificano 3 diverse macro-aree: Environmental (Ambiente), Social (Società), Governance (Capacità di Governo). Gli esperti concordano che un’azienda capace di seguire ed applicare questi criteri al proprio business, vedrà le proprie performance aumentare, ma non solo: sarà anche più attrattiva nei confronti di possibili investitori.

 

Sensibilità ambientale

Ad aver capito l’importanza dei criteri ESG non sono solo le aziende, ma anche i lavoratori stessi. I lavoratori hanno maturato maggiore coscienza di ciò che è importante per loro, e tra le nuove priorità c’è quella ambientale. Questa sensibilità riguarda in particolare modo gli Under 40, ovvero quella fascia di età che si dimostra più vicina alle battaglie per i diritti dell’ambiente. 

Sia che si tratti di dipendenti, sia che si tratti di liberi professionisti, il numero di persone che vuole che la propria azienda rispetti determinati obiettivi ambientali e climatici è in costante aumento.

 

Climate Quitting

Ciò significa che questa nuova sensibilità induce sempre più lavoratori a decidere di lasciare la propria occupazione se il proprio datore non rispetta determinati obiettivi ambientali, o al contrario, li spinge a trovare incarichi professionali più vicini ai propri valori.

A confermare questa tendenza è una ricerca condotta da KPMG su un campione di 6mila lavoratori e studenti. Secondo questo studio, quasi uno su due (46%) vuole che l’azienda per cui lavora dimostri un impegno concreto in materia di criteri ESG; mentre uno su cinque (20%) ha rifiutato un’offerta di lavoro quando gli impegni ESG dell’azienda non erano in linea con i propri valori.

 

People Development Green

Un HR manager informato e consapevole di cosa è il Green Quitting può contribuire a promuovere la responsabilità sociale aziendale, migliorare la reputazione dell’azienda, le performance di business e aumentare il coinvolgimento e la fiducia dei dipendenti. 

In un’epoca in cui la sensibilità verso l’ambiente aumenta, considerare il Green Quitting tra i parametri di valutazione delle pratiche aziendali rappresenta un modo efficace per essere più efficaci e sostenibili.

 

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