Le cinque C per gestire al meglio il lavoro ibrido

 

Abbiamo già parlato di come il futuro dello spazio lavorativo sia essenzialmente destinato ad essere ibrido. Una nuova formula che si sta delineando di fronte a noi, e si sta plasmando sotto il peso di questo momento fondamentale di riallineamento.

Proprio così, ma se tutto questo è sempre più certo, incerte sono ancora le modalità e le capacità delle aziende di gestire la transizione e i cambiamenti repentini che hanno visto milioni di lavoratori passare dal lavoro in presenza a quello a distanza e adesso a un ritorno che deve fare i conti con nuove spinte e bisogni. Gestire tutto questo per le aziende non è facile.

 

C’è bisogno di sapere COME gestire al meglio la modalità ibrida di lavoro.

 

Le sfide per portare avanti il lavoro ibrido

 

Secondo il WEF (World Economic Forum) esistono cinque sfide che le aziende devono affrontare per gestire al meglio il lavoro a tempo pieno diviso fra casa e ufficio.

Saper affrontare queste sfide vuol dire rafforzare la base di fiducia fra l’azienda e i collaboratori, ma anche aumentare l’efficienza e la produttività in ogni processo condiviso aziendale.

 

Le 5 C del lavoro ibrido

Le problematiche, i nodi principali da affrontare per gestire al meglio il lavoro in modalità ibrida, in qualunque settore, sono legati alle 5 C: connessione, creatività, cultura, coordinamento e comunicazione. Gestire al meglio queste tematiche, equilibrandole durante il lavoro in modalità ibrida vuol dire gestire al meglio le persone.

Quali sono i nodi da tenere sotto osservazione, gestire e su cui lavorare?

 

Connessione

I legami sociali sono importanti per l’avanzamento sul posto di lavoro e il benessere psicologico. Ma possono essere indeboliti o interrotti quando si lavora da remoto. Se i lavoratori a distanza sentono di appartenere a una nuova “sottoclasse” meno connessa (in contrasto con una “classe dominante”), potrebbero sentirsi meno felici, meno impegnati e più propensi a cercare opportunità altrove.

 

Creatività

La creatività, sia collettiva che individuale, può letteralmente andare perduta con la modalità ibrida. Il brainstorming collettivo durante le call potrebbe non essere all’altezza di quello che avviene di persona. Cosa si perde? Vanno perdute tutte le conversazioni casuali, le battute a margine, gli imprevisti. Ma anche le conversazioni spontanee con i colleghi, o i cambiamenti di paesaggi e luoghi, nei tragitti da casa al lavoro. Tutto questo resta fondamentale per lo sviluppo della creatività.

 

Cultura

I dipendenti che lavorano e collaborano all’interno dell’azienda da molto tempo, si sono allineati al mood aziendale, ne comprendono obiettivi, valori e aspettative: possono essere quindi molto produttivi e impegnati anche quando lavorano da remoto.  

Ma per i nuovi assunti, che siano collaboratori di primo livello o dirigenti esperti, l’integrazione nella cultura aziendale da remoto è una sfida. E lo è ancora di più in quei settori che competono fortemente per l’acquisizione e il mantenimento di nuovi talenti.

 

Coordinamento

È fondamentale uno sforzo in più per coinvolgere i lavoratori da remoto nelle decisioni e nella gestione aziendale. Chi lavora da casa deve essere equiparato a chi lavora in presenza in questo senso. In un ambiente di lavoro ibrido, i collaboratori da remoto potrebbero sentirsi esclusi dai piccoli scambi e dalle decisioni minori, ma potrebbe estendersi anche a conversazioni più ampie e decisioni più importanti.

 

Comunicazione

Questa sfida comprende i problemi tecnologici, le riunioni in cui alcune persone sono a distanza e altre in presenza, le conversazioni monopolizzate da uno o pochi membri del team e le barriere dovute a differenze di potere, di status e di lingua.

 

È necessario analizzare, valutare, pianificare e attuare strategie per comprendere e affrontare tutte queste problematiche. Per la gestione di un team o del proprio lavoro è ormai fondamentale.

E tu, cosa ne pensi?

 

 

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