Lavoro, Millennials e Gen Z: cosa sta cambiando

 

Due intere generazioni stanno rivoluzionando il mondo del lavoro. In quale direzione stanno andando? Ma soprattutto quali sono le loro aspirazioni e i loro bisogni?

Secondo un’indagine condotta da Deloitte su 22mila persone dislocate in 44 Paesi diversi, le nuove generazioni hanno ben chiaro cosa vogliono e cosa cercano: un maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro.

Lo studio prende in esame più di 20mila persone appartenenti alla Generazione Z e ai Millennials: i primi sono tutti coloro sono nati a partire dalla seconda metà degli anni ’90 (fino ai primi anni del 2010), i secondi invece sono nati nei primi anni ’80 (fino alla metà degli anni ’90 o primi anni 2000).

 

Le parole d’ordine

Sono tre le parole chiave di queste 2 Generazioni: stress, crisi del costo della vita, equilibrio tra vita privata e lavoro. Vediamo perché.

Millennials e Generazione Z stanno vivendo un momento storico cruciale, pieno di sfide e cambiamenti: una pandemia appena alle spalle, la crisi economica, le preoccupazioni finanziarie, l’aumento del costo della vita.

Tutti questi fattori incidono sulle scelte lavorative che compiono: compito dei datori di lavoro è comprendere questi cambiamenti e promuovere il benessere dei propri lavoratori.

 

Un lavoro nuovo e migliore

Creare e promuovere nuove e migliori opportunità di lavoro è un fattore centrale nelle politiche di molti Paesi. Il tema è stato uno dei momenti chiave anche del World Economic Forum, che a maggio ha organizzato il suo Growth Summit 2023.

Il lavoro infatti è al centro dei pensieri del 49% degli intervistati della Generazione Z e del 62% dei Millennials. L’attenzione in particolare è posta su 3 fattori: 

  • maggiore equilibrio tra vita privata e lavoro; 
  • maggiore interesse verso lavori part-time;
  • maggiore interesse verso la settimana lavorativa di 4 giorni;

 

Cosa non vogliono Gen Z e Millennials

Questo è quello che vogliono le “nuove” Generazioni dal mondo del lavoro. Cosa invece non vogliono? 3 intervistati su 4 hanno dichiarato che cercherebbero un nuovo lavoro se il loro datore chiedesse loro di andare in sede a tempo pieno. Responsabili HR e aziende non possono non tenere presenti questi nuovi paradigmi. Il valore, nuovo, attribuito a modelli di lavoro cosiddetti ibridi è infatti evidente. Secondo un sondaggio Randstad condotto all’interno del World Economic Forum, l’orario flessibile è stato considerato prioritario dall’83% degli intervistati; poter scegliere di andare a lavoro in sede o di lavorare da casa è invece prioritario per il 71%.

 

Preoccupazioni generazionali

Generazione Z e Millennials hanno 2 grandi preoccupazioni alle quali far fronte tutti i giorni: lo stress quotidiano e l’aumento del costo della vita.

Praticamente la metà degli intervistati della Gen Z si sente stressato per tutto o per buona parte del giorno. Secondo l’indagine di Deloitte, a essere più stressati sono le donne, le minoranze etniche, le persone con disabilità e le persone della comunità LGBTQ+

Sulla preoccupazione dell’aumento dei prezzi, le percentuali non sono molto migliori: il costo della vita è la principale preoccupazione per il 35% degli intervistati della Gen Z e per il 42% dei Millennials.

 

Conoscere i bisogni

Responsabili di Risorse Umane e datori di lavoro non possono esimersi dal riconoscere queste dinamiche. Conoscere cosa cercano e vogliono i lavoratori significa intercettare i loro bisogni, costruire lavoratori più felici, più fedeli e quindi più performanti. A crescere e migliorare non sarà solo il clima aziendale, ma anche tutti gli aspetti economici.

 

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