Cerchi di evitarli, ma alla fine te li ritrovi sempre davanti. Abbiamo già parlato dell’importanza dell’errore nella gestione delle persone all’interno delle organizzazioni. Ma qui abbiamo deciso di andare davvero a fondo e capire come sono strutturati gli errori.
Conoscerli (e saperli accogliere al meglio) è fondamentale per lo sviluppo delle persone all’interno dell’azienda. Saper gestire bene gli errori e non farsi trovare impreparati vuol dire sprecare meno tempo, creare meno conflitti e favorire la produttività dell’azienda. E quindi anche il suo successo.
Ecco perché dovresti conoscere bene gli errori. Qui ti parliamo di una delle teorie più affermate, quella dei fattori latenti di Reason.
La Teoria dei Fattori Latenti
Reason classifica gli errori in 3 categorie di base, fondamentali:
- SLIPS: si tratta di errori di esecuzione che si verificano a livello di abilità dell’operatore. Sono errori dovuti a deficit attenzionali che hanno origine da qualche fallimento nello stadio di esecuzione di una sequenza di azioni, senza riferimento al fatto che il piano che le ha guidate fosse adeguato o meno (ad esempio intrusioni, omissioni, inversioni, ordinamenti sbagliati, tempi sbagliati…).
- LAPSES: sono errori che hanno origine da qualche fallimento nello stadio di immagazzinamento, di memorizzazione di una sequenza di azioni, senza riferimento al fatto che il piano che le ha guidate fosse adeguato o meno (ad esempio omissione di elementi pianificati, confusioni spaziali, oblio delle intenzioni…).
- MISTAKES: sono errori commessi prima della fase di esecuzione materiale dell’azione, ad esempio durante la pianificazione del lavoro o la produzione delle regole e delle procedure. In poche parole sono mancanze o fallimenti dei processi di giudizio e/o ragionamento coinvolti nella scelta di un obiettivo o nella specificazione dei mezzi necessari al suo raggiungimento.
Cosa causa l’errore?
Dal punto di vista invece della natura dell’errore, delle cause che l’hanno generato, secondo questa teoria è possibile distinguere altre 3 categorie. Ovvero errori:
- “Skill Based”, basati su competenze inadeguate. La prestazione umana è guidata da modelli immagazzinati che svolgiamo in relazione al tempo, lo spazio e l’intensità. Un’errata gestione in fase di esecuzione di una di queste variabili può portare ad un errore skill based, come ad esempio nel caso di un’errata esecuzione della sequenza di pressione-rilascio su acceleratore e frizione per cambiare marcia mentre si guida l’auto (slip – la marcia “gratta”).
2. “Rule Based”, cioè basati sulla errata applicazione di una norma corretta o sull’applicazione di una regola sbagliata. Quando si affrontano problemi consueti la prestazione è guidata da regole immagazzinate. Un esempio potrebbe essere decidere di innescare una marcia (ed eseguire l’azione) sbagliata per le condizioni del tratto stradale che si sta percorrendo.
- “Knowledge Based”, dovuti a conoscenze errate o frammentarie che portano a scegliere anche percorsi di azione non adatti al contesto reale. Il livello knowledge-based entra in gioco in situazioni nuove per le quali le azioni devono essere pianificate sul momento, usando processi analitici coscienti e conoscenze immagazzinate, come ad esempio prendere una decisione sbagliata nel modificare il tragitto in auto per raggiungere la destinazione perché la strada che stiamo percorrendo è bloccata.
Il “quando” è fondamentale anche negli errori
Dal punto di vista del “posizionamento temporale” dell’errore, ci sono due diverse tipologie di errori:
- Attivi, cioè quegli errori temporalmente e geograficamente collegabili all’incidente, che vengono commessi dall’operatore di front-line e che sono identificabili come causa individuale dell’evento;
- Latenti, cioè quegli errori che sono collegati a problemi nella progettazione del sistema o nella pianificazione delle attività, e che sono stati commessi a distanza sia di tempo che di spazio dall’evento incidentale.
La teoria di Reason è molto interessante e utile se utilizzata nel capire e prevenire gli errori che potrebbero svilupparsi all’interno dell’azienda. Ma non è finita qui, perché c’è una teoria ancora più importante. Per saperne di più segui il Journal of Human Revolution.
Se vuoi saperne di più sulla gestione dei processi di sviluppo delle persone all’interno delle aziende leggi qui.
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