Cultura e innovazione: come si costruisce, come si coltiva

 

Il mondo è in continua evoluzione, i ritmi sono sempre più veloci. Ogni organizzazione deve saper affrontare la portata dei cambiamenti. Ecco come.

Innovazione. Non c’è organizzazione, piccola o grande che sia, che non abbia fatto i conti con questa parola almeno una volta. Dietro questa parola c’è un potenziale da coltivare, far crescere oppure semplicemente da “sbloccare”. L’importante è capire che si tratta di un impegno collettivo che coinvolge tutti i livelli organizzativi dell’azienda. Non una pratica che può essere demandata al singolo individuo. Ecco i passi da seguire per coltivare la cultura dell’innovazione sul posto di lavoro.

 

Sognare in grande

Se vuoi innovare davvero devi riuscire ad essere ambizioso. La “vera” innovazione si realizza quando i dipendenti sono chiamati a puntare più in alto di quanto non siano abituati a fare solitamente. Pensate che una cosa non sia fattibile perché non l’avete mai fatta? Perché fino ad adesso “si è sempre fatto così”? Perché c’è qualcuno che la crede irrealizzabile? Ebbene, è proprio allora che inizia la vera innovazione. Non mettete limiti alla vostra creatività.

 

Abbattere le gerarchie

Per liberare l’innovazione bisogna innanzitutto liberare le barriere. Se la tua organizzazione è basata su una rigida natura gerarchica, il primo passo da fare è liberartene. E’ risaputo che non c’è cultura dell’innovazione se il flusso di conoscenze non può circolare liberamente.

Anche per questo bisogna superare l’impulso di voler “controllare” ogni piccolo aspetto di ciò che succede. Le micro-suddivisioni interne generano debolezze, causando un impatto negativo sul coinvolgimento e la produttività dei dipendenti o collaboratori.

 

Promuovere apprendimento e appartenenza

Non può esserci cultura dell’innovazione senza un apprendimento continuo. Lavorare in un ambiente dove tutti danno il meglio incoraggia la sperimentazione e l’assunzione di rischi, senza la paura di fallire.

Non ci può essere apprendimento senza appartenenza. In qualche modo infatti l’innovazione è un sottoprodotto naturale dell’inclusività. Lo testimonia il fatto che secondo il Center for Creative Leadership, quando le persone si sentono incluse in ciò che fanno e riescono a provare un senso di appartenenza verso il luogo per il quale lavorano, sono più disposte ad assumersi rischi e ad essere trasparenti sulle loro idee.

 

L’assunzione

Non c’è creazione di una cultura dell’innovazione che non inizi con un’assunzione di personale.

Gli esperti però mettono in guardia: dobbiamo lasciare da parte la tendenza ad assumere persone con interessi o background simili a quelli delle persone che già lavorano nella nostra organizzazione. Il motivo è semplice: se tutti la pensano allo stesso modo, la creatività viene uccisa. E’ per questo che bisogna privilegiare alcune semplici pratiche: ad esempio la standardizzazione dei criteri di selezione, la valutazione cieca dei curricula, colloqui condotti da un gruppo eterogeneo.

 

Combattere lo status quo

Per coltivare e costruire una cultura dell’innovazione bisogna combattere lo status quo.

Dobbiamo uscire dai nostri pregiudizi, aprirci alle novità, raccogliere con entusiasmo nuove idee e nuove sfide. A livello organizzativo è di concreto aiuto avere una figura di riferimento carismatica a ogni livello o funzione dell’organizzazione. Una sorta di “guida” che sappia sostenere il cambiamento, responsabilizzando i dipendenti.

Senza l’impegno da parte di tutti i componenti dell’organizzazione infatti, il rischio di perdere i vantaggi dell’innovazione sono molto concreti.

 

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